#TESR_uniTe aggiornamenti

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Dopo la sospensione della didattica connessa ai recenti eventi sismici che hanno colpito il Centro-Italia, le lezioni del corso di Turismo enogastronomico e sviluppo rurale (TESR) riprenderanno regolarmente il prossimo giovedì 10 novembre, alle ore 15.30 in aula 27 presso la sede della Facoltà di Bioscienze  a Colleparco, Teramo.

Scarica qui il calendario aggiornato degli incontri 

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Turismo enogastronomico e sviluppo rurale #TESR

diapositiva1Il prossimo giovedì 20 ottobre presso la Facoltà di Bioscienze e tecnologie alimentari ed ambientali dell’Università di Teramo avrà inizio la terza edizione del Corso in “Turismo enogastronomio e sviluppo rurale” #TESR_unite

Durante le lezioni verranno affrontate molte delle tematiche inerenti il rapporto tra sviluppo rurale e turismo, alla luce soprattutto dei recenti cambiamenti avvenuti nelle scelte turistiche. Rivolto agli studenti dei Corsi di laurea in Scienze e tecnologie alimentari e di Viticoltura ed enologia, il corso intende fornire delle occasioni di riflessione e di approfondimento sul concetto di multifunzionalità dell’impresa agricola e sul ruolo delle produzioni agroalimentari nella valorizzazione del territorio. Al fine di introdurre gli allievi in modo più diretto e pratico alle problematiche di natura professionale, le lezioni saranno approfondite attraverso l’analisi di particolari case history di successo. Questa scelta, che intende perseguire modalità didattiche impostate su un’idea di active learning, sarà valorizzata dalla presenza di alcuni ospiti/testimonial, professionisti dei settori di interesse del corso, i quali metteranno a disposizione dei frequentanti la loro esperienza professionale, evidenziando le opportunità offerte dalle nuove forme di economia rurale e le strategie di attivazione delle risorse locali, in una chiave di sviluppo turistico.

Gli incontri saranno tematici e saranno introdotti dalla docente. Una parte delle lezioni sarà invece dedicata all’intervento degli ospiti, che saranno intervistati anche dagli studenti stessi, sulle tematiche affrontate nell’introduzione.

Scarica qui il programma del corso 2016-2017

Dal #downshifting all’Oscar

di Rita Salvatore

casale il baronetto premio legambiente 2016Avevo sentito parlare di loro. Il mio cammino aveva incrociato la loro storia un giorno quando, presa dalla curiosità, ero andata a sbirciare sulla mappa delle Destinazioni Umane , per vedere chi si fosse candidato in Abruzzo. Poi, ho avuto il piacere di incontrare di persona Josef e Jasmine e di invitarli come ospiti al mio corso su “Turismo enogastronomico e sviluppo rurale” #TESR affinché potessero raccontare la loro interessante esperienza agli studenti.

Josef e Jasmine si autodefiniscono #downshifter, ma non sono “anti-sviluppisti in erba”, né seguaci dell’affascinante trend del momento. Sono una coppia (molto affiatata) di persone “mature” che, dopo aver viaggiato per il mondo e dopo aver sviluppato una professionalità nel campo delle rinnovabili e non solo (anche in tempi non sospetti), ha scelto l’Abruzzo come meta designata a realizzare il loro sogno di sempre: liberarsi dello scambio monetario ed intraprendere una vita all’insegna del dono e del baratto. Hanno comprato un piccolo appezzamento in provincia di Teramo (credo l’ultimo acquisto che abbiano fatto) e lì hanno costruito la loro nuova casa. Che è anche un B&B, ma non un B&B qualunque. Casale il Baronetto , infatti, è un edificio realizzato in totale autosufficienza energetica, con pieno recupero delle acque piovane e reflue, in cui gli ospiti possono partecipare alle attività che caratterizzano la vita quotidiana di Josef, Jasmine e delle loro figlie: dalla cura dell’orto e dell’ambiente circostante, alla cucina, allo scambio di beni con gli altri abitanti della zona.  E altro ancora.

Ora, dopo un anno trascorso ad inventare, progettare, riciclare, intessere relazioni con tutte le associazioni sensibili alle tematiche che stanno loro a cuore, è arrivato anche un primo importante riconoscimento, perché in occasione della ultima edizione di BIT, Legambiente ha deciso di riconoscergli l’Oscar dell’Ecoturismo 2016, con la seguente motivazione:

per la gestione particolarmente attenta all’ambiente e alla salvaguardia del territorio, e per la promozione di uno stile di vacanza in armonia con la natura.

casale il baronetto premio legambiente 2016 josef

Immagino, ovviamente, non si tratti  di un punto di arrivo, ma della prova che si sta percorrendo la strada giusta. #cambiaresipuò

Analisi del 2015

I folletti delle statistiche di WordPress.com hanno preparato un rapporto annuale 2015 per questo blog.

Ecco un estratto:

Una metropolitana a New York trasporta 1 200 persone. Questo blog è stato visto circa 3.700 volte nel 2015. Se fosse una metropolitana di New York, ci vorrebbero circa 3 viaggi per trasportare altrettante persone.

Clicca qui per vedere il rapporto completo.

Più che località turistica. Destinazione accogliente

IMG_1271di Rita Salvatore

In questo post propongo alcune note di riflessione già illustrate nel corso del seminario tenutosi presso la Università di Teramo lo scorso 10 dicembre, in occasione dell’incontro dibattito con il team di Destinazione Umana  
Decenni di turismo di massa ci hanno abituato a pensare alle vacanze, ai viaggi  e al tempo libero in genere, come se questi si distribuissero lungo un asse spazio-temporale di  tipo gerarchico organizzato sulla base di uno schema “centrale-periferico”. Andando un po’ per semplificazioni, possiamo dire che i flussi dei turisti, così come l’intera organizzazione dei servizi, risultavano concentrati su alcuni gangli centrali che fungevano da polo attrattore rispetto ad altri siti periferici, comunque ad essi collegati, nella stessa area. Si trattava delle cosiddette “località turistiche”. Fuori da queste zone di influenza e da questa concentrazione di sviluppo turistico, esistevano solo “luoghi qualsiasi”, “non-mete”. Una rappresentazione spaziale che ben si rifletteva anche nella organizzazione temporale, con la scelta del periodo delle ferie di agosto, come momento per riposarsi. Preferibilmente su una spiaggia, in riva al mare. Da qui il fenomeno della stagionalizzazione.
Perciò, anche in campo turistico, così come in quello dello sviluppo economico più in generale, nel nostro paese si sono andate prefigurando almeno “due Italie” (lasciando per ora da parte la Terza  – cit. A. Bagnasco –  e le altre venute a seguire): quella delle località turistiche più battute dalle masse, e quella dei luoghi “non-mete”, comunemente periferici e non particolarmente vocati per la fruizione turistica. Spesso aree del tutto sconosciute al grande pubblico dei viaggiatori. Spesso periferie, caratterizzate per lo più da disagio insediativo. Questa seconda Italia coincide di fatto con quella delle società rurali in declino, con le aree fragili. Si è trattato (e si tratta ancora) di un divario che già da diversi anni hanno  messo ben in luce Legambiente e UnionCamere attraverso un Osservatorio sul disagio insediativo. 
Rispetto a questa rappresentazione, alcuni autori, già da qualche anno, stanno ipotizzando una inversione di tendenza. Brian Garrod, ad esempio, economista agrario gallese, parla di “ruralità in transizione”, come di un periodo senza precedenti in cui la ruralità sarebbe al centro di una nuova centralità, grazie all’attenzione che le PAC hanno dedicato al tema della multifunzionalità, a partire dai primi anni  del 2000. In questo scenario il turismo rurale sarebbe diventato un importante fattore chiave di cambiamento, una novità rispetto ai vecchi modelli di sviluppo rurale, basati unicamente sulla sola attività produttiva di beni agro-alimentari. In virtù della diversificazione, può essere quindi concepito come un importante elemento di integrazione tra le strutture economiche, sociali, culturali, naturali, umane in cui ha luogo. Ci sarebbe dunque da promuovere una complessa relazione di interdipendenza tra le risorse locali, gli attori, la valorizzazione dei patrimoni, il welfare e il mercato, a livello sia locale che globale. Anche per queste ragioni, il fenomeno connesso ai processi di riconversione delle campagne e di recupero delle economie rurali rappresenta oggi un ambito di osservazione privilegiato per l’analisi micro del cambiamento sociale e, congiuntamente, di quelle dinamiche che una società locale può mettere in atto al fine di superare lo status di perifericità.
Punto di partenza per un percorso di reale transizione è la constatazione basilare secondo cui NESSUN LUOGO PUÒ DIVENIRE UNA DESTINAZIONE TURISTICA SE LE COMUNITÀ CHE VI RISIEDONO NON OPTANO PER QUESTA SCELTA. Gli ingredienti del turismo rurale, infatti, non contemplano tanto una infrastrutturazione pesante e/o l’esistenza di servizi turistici standardizzati quanto piuttosto la rivitalizzazione di elementi tratti dalla vita quotidiana e la riscoperta dell’accoglienza come momento di incontro dotato di senso, tra chi ospita e chi viaggia. Non a caso, le aziende che operano in questo settore vengono spesso definite in letteratura come  “lifestyle oriented firms”. 
Si fa quindi riferimento ad un ribaltamento di prospettiva, che prevede la centralizzazione di aspetti rimasti spesso marginali. Ricalcando anche le idee che Franco Arminio riunisce sotto la proposta di un “nuovo umanesimo delle montagne” potremmo ipotizzare anche un “umanesimo nel turismo rurale”. In questa ottica, andare in viaggio verso una destinazione accogliente non significa visitare un luogo, una località turistica, ma significa partecipare ad una rivoluzione che rimette la terra al centro dell’economia e la passione al centro delle relazioni umane. Le località rurali non sono più intese come i luoghi del ripiegamento nostalgico, ma divengono spazio aperto a nuove immaginazioni e a contaminazioni, contesti in cui può aver luogo “la sagra del futuro”. Non sono neanche però i luoghi da riempire, dove portare la modernità delle città, in modo tale da farle diventare come il resto dell’Italia.
Se il modello è portare lo sviluppo che abbiamo conosciuto fin qui, tanto vale lasciar che questi luoghi restino abbandonati […] significherebbe omologare le montagne all’Italia delle pianure (Arminio)
Bisogna invece incentivare la sperimentazione di modelli (o, se vogliamo non-modelli) diversi, come per esempio quelli delle cooperative di comunità, legati ad un’economia dolce e comunitaria che contempli nuove forme di artigianato e di agricoltura multifunzionale, salvaguardia dell’ambiente, conseguimento della filiera chiusa e, congiuntamente, accoglienza.
Intenti di non facile realizzazione, soprattutto se pensati come disgiunti dalle politiche di welfare. Molte di queste potenziali destinazioni infatti sono costituite da aree fragili, che hanno superato le soglie minime di non ritorno (cit. Giovanni Cialone). Evidenziano cioè limiti reali nelle possibilità di azione e di intervento, essendo vittime di gravi deficit socio-economici che vanno dalla polverizzazione dei servizi allo spopolamento, dalla senilizzazione della popolazione alla denatalità. Mancano di fatto le materie prime per poter avviare un processo di sviluppo turistico (qualità della vita, coesione sociale, capitale umano, saperi dei territori). Come suggerito dai rapporti dell’Osservatorio su citato, servirebbe uno SHOCK CREATIVO, politiche più mirate, investimenti in INGEGNO e CREATIVITÀ. Non più finanziamenti a pioggia per una valorizzazione tout court. E soprattutto servirebbero NUOVI RESIDENTI, a scardinare il mito della comunità locale e dell’endogenesi. Andrebbero scelti in modo oculato luoghi ed opportunità e costruiti specifici e puntuali progetti strategici di valorizzazione territoriale, con finanziamenti per obiettivi. Andrebbe inoltre definita una “rete minima di tenuta”, con strategie di lungo periodo e “a lento rilascio”, nelle quali lo shock creativo sia connesso ad un orizzonte di sviluppo durevole e duraturo.
Tutto questo per dire che – contrariamente a quanto ci vorrebbero far credere slogan pseudo-politici fin troppo semplici – le dotazioni culturali, storiche, paesaggistiche ed enogastronomiche sono sì essenziali, ma da sole non sono in grado di attivare alcun percorso di sviluppo. Servono invece altre condizioni strutturali sulle quali basare politiche di attrattivitá e di inclusione. E le condizioni migliori perché ciò avvenga esistono solo laddove la popolazione è più giovane e dove la dipendenza da redditi pensionistici è più bassa, perché l’ambizioso obiettivo di rivitalizzare le aree marginali può essere perseguito solo ricreando condizioni di vita favorevoli per chi decida di investirvi il proprio lavoro e la propria vita, anche aprendosi all’accoglienza.

La dimensione umana nelle destinazioni

TESTIMONIAL_DU_logo“Il viaggio, da oggi. Non chiederti più dove, ma chi” . Con questo claim Destinazione Umana si presenta al popolo del web, annunciando in poche parole il senso di una profonda innovazione in campo turistico, un progetto che di fatto ribalta la concezione stessa del viaggio. La nuova prospettiva infatti impone che lo stimolo a viaggiare sia mosso non più dal DOVE si vuole andare, ma da CHI si vuole conoscere. Una inversione di rotta che ha portato il team di Destinazione Umana a lavorare nel campo – ancora tutto da esplorare – del “viaggio ispirazionale”.

Crediamo infatti – così affermano i fondatori del portale – che il sempre più diffuso senso di solitudine delle persone possa essere trasformato in felicità attraverso esperienze ad alto valore umano. Allo stesso tempo, vogliamo offrire un’opportunità in più a tutte quelle piccole strutture ricettive (spesso localizzate in zone poco conosciute) che non trovano canali che promuovano le loro realtà in una via autentica.

L’incontro con gli ideatori di questo progetto sarà occasione per riflettere in senso più ampio sul ruolo occupato oggi dalle destinazioni nel percorso verso la costruzione della sostenibilità nel turismo. Una riflessione quantomai utile e necessaria, soprattutto qui e oggi, a ridosso del riconoscimento, da parte del MIBACT, del primo distretto turistico montano d’Italia: quello del Gran Sasso.

Se ne parlerà il prossimo 10 dicembre in un seminario dal titolo “La dimensione umana nelle destinazioni. Un percorso per la sostenibilità nel turismo”, organizzato nell’ambito del corso di “Turismo enogastronomico e sviluppo rurale” e sostenuto dai Corsi di Laurea in Viticoltura ed enologia, Scienze e tecnologie alimentari e Scienze del turismo. L’incontro avrà luogo presso la Aula tesi della Facoltà di Scienze politiche, a partire dalle ore 15,00

 

Programma dell’incontro

Saluti dei Presidenti dei CdL Giovanna Suzzi (Viticoltura ed enologia), Michele del Carlo (S.T.A.), Andrea Ciccarelli (Scienze del turismo)

ModeraAndrea Ciccarelli (Docente di Statistica economica)

Interventi

“Più che località turistica, destinazione accogliente” – Rita Salvatore (Docente di #TESR)

“Nuove competenze per un turismo sostenibile” – Lucia Scarnecchia (Dottore di ricerca in “Analisi delle politiche di sviluppo e promozione del territorio”)

 “Ripensare una destinazione: l’esperienza di Civitella Alfedena” – Emilio Chiodo (Ricercatore di Economia agraria)

“Il ruolo delle Destination Management Company (DMC)” – Antonio Stroveglia (Progettista sistemi turistici)

“Perché Destinazione Umana” – Silvia Salmeri (Founder di Destinazione Umana)

Presentazione e proiezione del video “Berardino” – di Alessandro Di Gregorio (videomaker)

Scarica QUI la locandina del seminario

Comunicare e promuovere il prodotto enogastronomico

Diapositiva1Questo incontro è stato dedicato all’analisi del processo che conduce dalla dotazione di un bene (sia esso parte del patrimonio architettonico e/o ambientale di una destinazione, o semplicemente una produzione agricola) alla sua valorizzazione e alla sua “traduzione” in prodotto turistico. In questo percorso divengono di centrale importanza non solo la comunicazione, ma anche la interpretazione e la narrazione come strumenti in grado di rivelare, in modo informale, l’unicità di un’offerta. Un valore che può essere veicolato in maniera più diretta ed emotivamente significativa soltanto dalle persone. Il racconto di una esperienza di vita e/o di lavoro giunge così a rappresentare la quintessenza dell’esperienza turistica, il pull factor che spinge i turisti a muoversi da una quotidianità piatta verso una dimensione focalizzata sulla ricerca di una emozione da non dimenticare.  In fondo, che cosa sarebbe questo tanto conclamato “turismo esperienziale”, se non una circostanza in cui vivere una “transizione esistenziale” basata sulla relazione del tipo “persone che accolgono persone”?

Ne abbiamo parlato con i nostri ospiti:

  • Gianlorenzo Molino, co-founder di  Italia Sweet Italia , un T. O. abruzzese che ha puntato tutto sul valore dell’accoglienza “domestica ed autentica” per attrarre una domanda estera (soprattutto anglosassone) qualificata e ben predisposta alla scoperta di intime territorialità
  • Marianna Colantoni, social media strategist e co-founder di Taste Abruzzo un food blog “sui generis” finalizzato principalmente a riallacciare il rapporto tra sapore e natura, tra produttore e consumatore, tra content creation ed emozioni.

scarica QUI le slide della lezione

Vitivinicoltura e turismo rurale

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Ricca di stimoli e di suggerimenti la lezione dello scorso 19 novembre, che ha visto protagonista il settore dell’enoturismo. Al centro della riflessione il rapporto tra produzioni vitivinicole e valorizzazione delle stesse attraverso il movimento turistico ed escursionistico. Seppur di difficile monitoraggio, si tratta di un fenomeno in continua crescita ed evoluzione, che richiama sempre più interesse da parte di una domanda esigente e qualificata.

Ne è testimonianza il successo di iniziative come quelle di #UnaDomenicaFuoriPorta di cui ci hanno parlato gli ideatori, Alessia Di Giovacchino e Marco Signori. Iniziato (e proseguito) come un gioco, il #fuoriportismo muove ad ogni evento oltre una cinquantina di persone alla scoperta delle cantine (e non solo) più particolari della regione (e non solo), con la volontà di trascorrere una domenica veramente diversa dalla altre ma anche di dare forza a quei produttori che si impegnano a mettere tutta la loro storia – e quella del territorio in cui vivono – dentro un bicchiere di vino. Il racconto diretto di quanto possa essere fruttuoso e gratificante avviarsi su un cammino di questo tipo è venuto da due partner dell’iniziativa: Adriana Galasso (titolare dell’azienda Torre dei Beati di Loreto Aprutino e Presidente della neo costituita associazione È Abruzzo) e Alfonso D’Alfonso (titolare dell’azienda Terre del Tirino e Presidente della DMC del Gran Sasso d’Italia, L’Aquila e Terre Vestine). Commercialista la prima, dirigente pubblico il secondo, a carriera avanzata hanno entrambi deciso di cambiare vita e di riappropriarsi del loro tempo. Così sono tornati alle terre delle generazioni precedenti e hanno deciso di dedicarsi ad una agricoltura di qualità. Tra mille difficoltà, ma anche con molte soddisfazioni per realizzare – come ha raccontato Adriana – un sogno in cui hanno fermamente creduto.

Scarica QUI le slide dell’introduzione 

 

Sviluppo rurale e tutela della biodiversità

LocandinaBiodiversitàLo scorso 12 novembre presso la Facoltà di Bioscienze e tecnologie agroalimentari e ambientali dell’Univeristà di Teramo, nell’ambito del Corso di “Turismo enogastronomico e sviluppo rurale” #TESR si è tenuta una lezione sul tema della relazione tra sviluppo rurale e tutela della biodiversità, con un focus speciale dedicato al ruolo delle aree protette e all’azione che SlowFood sta svolgendo in questo senso, grazie alla promozione dei suoi Presidi. Molti i concetti affrontati: da quello di agrobiodiversità a quello di paesaggio agrario costruito, da quello di area interna a quello di ecosistema montano. Preziosa la collaborazione degli ospiti; in primis quella dell’arch. Giovanni Cialone (segretario della Condotta SlowFood dell’Aquila), il quale, dopo aver illustrato una approfondita ricostruzione storico-sociale dello sviluppo agrario e del paesaggio di questa regione, ha spiegato l’importanza dei Presidi SlowFood in termini di salvaguardia della biodiversità e, conseguentemente, di tutela del paesaggio.  A supporto dell’analisi è stata molto utile la testimonianza di tre importanti produttori e trasformatori che da anni stanno collaborando con il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga per la valorizzazione delle produzioni tipiche e dei Presidi SlowFood: Giulio Petronio (del Presidio del Canestrato di Castel del Monte) , che oggi può raccontarci di aver vinto la sua sfida ad essere pastore all’inizio del terzo millennio, Ernesto Berardi (del Presidio della Mortadella di Campotosto), che ci ha spiegato perché i suoi prodotti non sono replicabili e riproducibili altrove; e il giovanissimo Matteo Griguoli (del Presidio dei Fagioli di Paganica e della Patata Turchesa) anche lui alle prese con una bella sfida: quella di poter vivere di sola agricoltura di qualità!

scarica QUI le slide_introduttive

scarica QUI le slide_arch.Cialone

 

 

Ospitalità rurale: caratteri e peculiarità

Foto di Giulia Scappaticcio

Al fine di introdurre gli studenti in modo più diretto e pratico alle problematiche di natura professionale, le lezioni del corso di “Turismo enogastronomico e sviluppo rurale” saranno approfondite attraverso l’analisi di particolari case history di successo. Questa scelta, che intende perseguire modalità didattiche impostate su un’idea di active learning, sarà valorizzata dalla presenza di alcuni ospiti/testimonial, professionisti dei settori di interesse del corso, i quali potranno mettere a disposizione dei frequentanti la loro esperienza professionale, mettendo in luce le opportunità offerte dalle nuove forme di economia rurale e le strategie di attivazione delle risorse locali, in una chiave di sviluppo turistico.

Gli incontri saranno tematici e saranno introdotti dalla docente. La seconda parte della lezione sarà invece dedicata all’intervento degli ospiti, che saranno intervistati, anche dagli studenti stessi, sulle tematiche affrontate nell’introduzione. Il primo appuntamento sarà dedicato alla “Ospitalità rurale” e saranno presenti due operatori che lavorano in Abruzzo: Giulia Scappaticcio di “Casale Centurione” (Country house di Manoppello, in provincia di Pescara) e Josef di “Casale Il Baronetto” (B&B eco-compatibile di Castiglione Messer Raimondo, in provincia di Teramo).

Scarica qui la locandina dell’incontro

Le slide della lezione possono essere scaricate al link sottostante

https://abruzzolento.files.wordpress.com/2015/10/slide_ospitalitc3a0-rurale1.pdf