#tratturi e cammini: con la tradi(nnova)zione alla scoperta di un tempo “denso”

bandoVoglio aprire il post con questa foto, perché la ritengo emblematica nel senso delle riflessioni maturate durante la mia partecipazione a #tratturiecammini  – un blogtour alla riscoperta delle antiche vie che attraversavano l’Abruzzo montano e pastorale. Siamo nel borgo storico di Navelli e la signora Rosa –  che ci ha fatto da guida – ci racconta che questo era il punto preciso dove, ancor prima che il rumore dei televisori si diffondesse nelle rue, il bando aggiornava la popolazione con le ultime “news” che venivano dal circondario. E quei tempi non devono essere neanche tanto lontani se l’ultimo personaggio arruolato a questo compito era ancora vivo fino ad una ventina di anni fa… Ecco, all’insegna di queste lettere rosse, ancora leggibili sulla pietra, mi piace immaginare i miei compagni di viaggio blogger come “novelli bandi”, o se preferite, “bandi 3.0”, che sulla eco lontana di quell’uomo raccolgono oggi i rumori, i silenzi, le voci, le suggestioni e i paesaggi soffusi di questi spazi per  raccontarli al mondo intero, in un linguaggio che usa la forma dell’oggi, ma la riempie con i contenuti che ci giungono dal tempo andato.

Diceva Geir Berthelesen, fondatore del World Institute of Slowness

Slowness is the forgotten dimension to time. Unlike chronological time, it is non-linear, time here and now, time that works for you, extraordinary time. Slowness is also about balance, so if you must hurry, then hurry slowly.

#tratturiecammini è stata prima di tutto occasione per sperimentare questo tempo non-tempo, in una dimensione in cui ad imporsi sono i luoghi, con le loro storie, antiche e nuove. Luoghi come spazio di incontri, luoghi come “destinazioni umane” per citare il brand di un blog presente. Luoghi in cui il tempo si fa denso per scendere nel dettaglio del senso umanistico del viaggiare. Orbene, in questo QUI e ORA, si è andata costituendo una piccola comunità provvisoria (per usare le parole del paesologo Franco Arminio) in cui l’accomunarsi è stato dettato non dalle radici e dalla residenza, ma dalla condivisione delle ispirazioni rilasciate dai paesi. Dalle pietre che parlano, senza troppo dover dire.

Navelli3

Scorcio del borgo di Navelli

Da quando le scienze sociali hanno iniziato ad occuparsi di turismo, hanno sempre guardato alle esperienze di viaggio secondo una doppia prospettiva, quella presente sul fronte dello host (residente ospitante) e quella del guest (l’ospite viaggiatore). Esperienze come quelle di #tratturiecammini, tese alla scoperta di un nuovo senso da attribuire alla “territorialità dimenticata”, scardinano invece ogni categoria, ogni punto fisso di osservazione, per farsi life in progress… Umanità nuova che reinventa una umanità già passata. E  soprattutto scardinano il mito dell’endogenesi!

Ci si può prendere cura di un luogo non solo abitandoci, ma anche visitandolo e raccontandolo. I giovani blogger, alcuni di loro giovanissimi, si sono lasciati ispirare da questi luoghi, cancellando in virtù della loro presenza l’onta della dimenticanza. Queste comunità provvisorie oggi ci mostrano come sia possibile, anche attraverso l’innovazione, innamorarsi di quegli spazi che i nostri nonni avevano considerato vuoto a perdere, vecchiume del quale disfarsi in nome della modernità. E come sia possibile infine riappropriarsi di tradizioni divenute ormai fin troppo silenti alle orecchie di alcuni “nativi doc” (se ancora ce ne sono)…

Per scoprire quanto di esistenziale ed emotivo può generare la visita a questi luoghi basta scorrere i loro post su:

lifeintravel.it

genteinviaggio.it

iviaggididante.com

ilmountainrider.com 

marketingarena.it

lucavivan.com

destinazioneumana.com 

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