La tutela della biodiversità e della agribiodiversità può rappresentare uno strumento per differenziare il patrimonio ambientale locale, anche in direzione della (ri)scoperta di colture autoctone e di economie di piccola scala, particolarmente inclini ad evidenziare l’idea di terroir. Il turismo enogastronomico, a sua volta, può risultare arricchito da esperienze di interpretazione del territorio di questo tipo, perché particolarmente inclini ad esaltarne le specificità. La conservazione di questi patrimoni e la loro valorizzazione in chiave turistica si impongono come processi che, in virtù della loro interazione, riescono ad attivare il “capitale rurale” in direzione di un presidio più stabile delle nostre aree interne. Questi i temi trattati nell’ambito dell’ultimo incontro in programma per il ciclo di seminari dedicato a “Turismo enogastronomico e sviluppo rurale” (#TESR) che si è tenuto presso la Facoltà di Bioscienze della Università di Teramo nel mese di marzo 2015.